Papozze

Le origini di Papozze sono avvolte nell'incertezza, ma si possono collocare tra la seconda metà del XII e l'inizio del XIII secolo. Nel 1309, Papa Clemente V restituì il territorio di Papozze a Ferrara, sottraendolo alla famiglia veneziana dei Quirini. Papozze seguì poi le vicende della casata estense fino al 1598, quando Ferrara passò sotto il controllo dello Stato Pontificio. Il dominio della Chiesa continuò fino all'invasione francese del 1797 e alla nascita della Repubblica Cisalpina. Fu Napoleone, nel 1807, a decretare la costituzione di Papozze come comune, aggregandolo alla provincia di Rovigo. Dopo il Congresso di Vienna, il territorio passò sotto l'Impero d'Austria, rimanendovi fino al 1866, anno in cui, in seguito alla Terza Guerra d’Indipendenza, entrò a far parte del Regno d’Italia.
In origine, il territorio di Papozze era una vasta zona paludosa, estesa fino al mare. Le lente acque del Po trasformarono gradualmente queste aree in terreni alluvionali. Anticamente, il Po non bagnava direttamente Papozze, ma sfociava attraverso il ramo ora interrato del Volano, passando sotto le mura di Ferrara. Prima del 1150, questa zona era costellata di paludi e canali, il più grande dei quali era il Corsola o Longano, che attraversava Papozze e drenava le paludi di Adria, Loreo e Ariano.
Un evento cruciale per il territorio fu la rotta del Po, avvenuta tra il 1150 e il 1156 nei pressi di Ficarolo. Il fiume deviò il suo corso, influenzando profondamente il territorio circostante. Questo cambiamento idrografico fu una delle cause principali della nascita di Papozze, che si formò come "villa" medievale, ovvero un piccolo insediamento rurale dove gli abitanti, principalmente agricoltori, eleggevano un capo o massaro per gestire gli interessi della comunità.
Oggi, Papozze conserva preziose testimonianze del suo passato. Tra i luoghi di interesse spiccano Villa Lardi, un elegante palazzo cinquecentesco, e la Chiesa Parrocchiale dedicata ai Santi Bartolomeo e Carlo. All'interno della chiesa, i visitatori possono ammirare opere d'arte come la "Madonna col Bambino" di Scarsellino (1546) e tele di Benvenuto Tisi da Garofalo. Degno di nota è anche l'organo del celebre Callido, purtroppo in condizioni precarie, e il campanile del XVII secolo, dichiarato monumento nazionale.
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