Lusia

Lusia rimase un piccolo centro fino al 20 aprile 1945, quando subì uno dei più devastanti bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Il municipio, la chiesa e la bellissima villa Morosini furono completamente distrutti. Dopo la guerra, Lusia venne ricostruita 300 metri più a sud rispetto all’Adige, con una nuova chiesa inaugurata nel 1958.
Oggi, restano alcuni simboli della tragedia, come i resti del campanile trasformato in cappella votiva e una torre della villa Morosini. Oggi Lusia si presenta come un paese moderno, a prevalenza agricola, con vocazione orticola, ricostruito grazie alla determinazione dei suoi abitanti, simboleggiato dall'Araba Fenice nel gonfalone cittadino.
L'antico castello dei Morosini, probabilmente costruito sui resti di una villa romana, subì le invasioni barbariche e, nel 1100, fu ristrutturato dagli Estensi. Nel 1305, Lusia venne riconquistata da Francesco D'Este e poi governata dagli Estensi fino al 1395, quando fu ceduta a Venezia. La Repubblica di Venezia sfruttò il controllo fluviale per il commercio, portando a Lusia, nel 1400, una colonna da Costantinopoli, ancora visibile oggi.
I Morosini, patrizi veneziani, si stabilirono a Lusia nel 1600, trasformando il castello in una villa protetta da mura, mentre i nobili Zeno si insediarono nella frazione di Cà Zen. Durante questo periodo fu eretta anche la chiesa arcipretale dedicata ai Santi Vito e Modesto e un campanile alto 62 metri. Poco lontano, a Cavazzana, sorse un oratorio dedicato a Santa Lucia e una parrocchiale del 1796, che conserva importanti opere in legno.
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