Bergantino

Bergantino ha una storia affascinante che risale alla preistoria, quando era una palude punteggiata da isolotti con palafitte, come descritto dall’abate Bellini nel suo “Sigillo estense” e confermato dai resti ritrovati nei dintorni. Durante l’epoca pre-romana, faceva parte della Gallia transpadana, conquistata da Roma nel II secolo a.C. Plinio il Vecchio, nella sua “Naturalis Historia”, parla della tradizione locale di utilizzare piccole barche per raccogliere miele, suggerendo una possibile origine del nome Bergantino, derivato dal latino "brigantinum" (piccola nave). Altri studiosi collegano il nome ai Celti “Brigantii”, provenienti dal Lago di Costanza. In un’interpretazione più poetica, il nome deriverebbe dal greco “brakous anthos”, che significa “palude fiorita”.

Con la conquista romana, Bergantino entrò sotto l’amministrazione della prefettura di Verona e il cristianesimo si diffuse grazie all’opera di San Zenone. Successivamente, il territorio passò sotto il controllo della Chiesa, con il nobile longobardo Anselmo che fondò il celebre monastero di Nonantola, cui molte famiglie si affidarono. Il nome "Bergantino" appare per la prima volta in un documento del 1030, legato alla cessione di terre da parte dell’abate Rodolfo.

Nel 1132, il monastero di Nonantola cedette i suoi possedimenti a Ferrara, inaugurando un dominio ferrarese che durò per 627 anni. Durante questo periodo, il castello di “Castro Brigantino” giocò un ruolo centrale nelle dispute tra Ferrara e Verona, ma fu definitivamente distrutto dai Veneziani nel 1482. Nel 1451, il contado passò alla famiglia Romei, che mantenne il controllo fino alla morte dell'ultimo erede nel 1753.

Nel 1776, Bergantino cadde sotto il dominio francese durante l’espansione napoleonica, ma il governo francese non durò a lungo. Gli abitanti locali, supportati dagli Austriaci, si ribellarono, ponendo fine alla dominazione francese. Bergantino passò così sotto il controllo austriaco e, dopo la sconfitta di Napoleone, entrò a far parte del Regno Lombardo-Veneto con la provincia di Rovigo come capoluogo.

Nel corso del XIX secolo, il paese fu colpito da povertà estrema, malattie e scorrerie di briganti, ma nel 1851, le autorità catturarono e giustiziarono i colpevoli dell'ultimo crimine compiuto dai briganti locali. Un’epidemia di colera devastò Bergantino nel 1855 e la situazione economica rimase critica anche dopo l’unificazione italiana nel 1866. Molti emigrarono in Brasile, mentre coloro che restarono dovettero affrontare le difficoltà delle guerre mondiali.

Il compositore locale Stefano Gobatti, nato a Bergantino nel 1852, trovò fama con la sua opera “I Goti”, ma successivamente cadde in disgrazia a causa delle invidie di altri compositori. Gobatti, insignito del titolo di "Cavaliere della Corona d’Italia", trascorse gli ultimi anni della sua vita in isolamento, vittima di un ambiente musicale ostile.

Negli anni ’20 del Novecento, alcune famiglie di Bergantino trovarono un’alternativa all’agricoltura, che attraversava una crisi, dedicandosi all’attività di spettacolo viaggiante e alla produzione artigianale di giostre. Negli anni ’50, l’industria delle giostre subì una ripresa e, dagli anni ’60, Bergantino iniziò a esportare le sue attrazioni anche all’estero, affermandosi come leader nella produzione di giostre, una realtà produttiva significativa per un piccolo paese.

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